HEROES: BRUCE DICKINSON!!!
Bruce Dickinson
Nato il 7 Agosto del 1958 a Workshop, Nottinghamshire, Inghilterra, è senza dubbio l’icona dei cantanti metal, anche perché il suo talento e il suo estro musicale varcano ogni confine.
Ma andiamo con ordine, perché la leggenda narra che il giovane Bruce non fosse perfettamente conscio della sua capacità vocale sino a che un suo amico, mentre Bruce provava a cantare Let It Be dei Beatles, si rese conto dello straordinario talento latente.
Le apparizioni giovanili di Dickinson sono legate ai nomi di band come Styx, Shots e Speed, ma soprattutto ai Samsons nei quali ha militato fino all’81 ( l’uscita dal gruppo di Bruce è legata ai continui litigi a causa della dipendenza da sostanze stupefacenti da parte degli altri membri), quando al Festival di Reading incontrò Steve Harris e Rod Smallhood, rispettivamente bassista e manager degli Iron Maiden.
A Bruce tocca il non facile compito di sostituire Paul Di Anno alla guida dei Maiden ( la prima esibizione, curiosamente, avvenne a Bologna con Bruce a capo dei Maiden) e lui si carica sulle spalle tutte le responsabilità e ripaga subito la fiducia data, fugando anche i dubbi dei fan, con l’album capolavoro: The Number of The Beast. Nel giro di pochi anni gli Iron Maiden sono in cima al gradimento dei metallari, e non solo, di tutto il mondo, perché oltre al sopracitato album, piazzano uno in fila all’altro delle perle metal come Piece Of Mind, Powerslave ( dove Bruce sfrutta le sue conoscenze in campo storico a fondo…infatti ha una laurea in storia e una in letteratura) e il superbo Live After Death ( forse il miglior album live di sempre) dove Bruce non si risparmia di certo.
Dickinson in questi anni dimostra anche un buon feeling con il song writing in brani come Revelations, Flash Of The Blade e 2 Minutes To Midnight.
Segue un periodo in cui i Maiden consolidano la loro fama con dischi buoni, ma non all’altezza dei precedenti nei quali la verve creativa di Bruce si affievolisce e il suono si sposta verso sonorità più synth e più elettroniche.
Arrivano gli anni 90 e Bruce ha voglia di sperimentare nuove soluzioni musicali, dando vita ad un primo album solista più orientato verso il rock’n’roll, ma comunque prestando ancora la sua splendida voce all’album dei Maiden, Fear of The Dark, dai quali vanno ricordate la title track e Be Quick Or Be Death.
Ormai il rapporto tra Bruce e il resto degli Iron Maiden si è allentato e Bruce esce definitivamente dalla band proseguendo i suoi progetti paralleli e dedicandosi alle altre sue passioni: la scrittura, la scherma e il volo.
Nel 94 esce l’album Balls To Picasso, buon album progressive/grunge, ma non baciato da particolari riscontri di vendite in cui si segnala la collaborazione con Roy Z e Adrian Smith ( co writer delle sue migliori canzoni)che continua con in Skunkworks e The Chemical Wedding, forse i migliori album di Dickinson solista.
A fine anni Novanta, Steve Harris si ripresenta da Bruce e gli chiede di rientrare nei Maiden, ma sulle prime, Dickinson rifiuta in maniera secca, per poi accettare a due condizioni: uno, lasciarlo terminare con i suoi progetti solisti; due, tornare a collaborare con il fido Adrian Smith.
Il ritorno degli Iron Maiden è col botto anche perché sembra che tutto sia rimasto come prima, anzi, forse meglio di prima e gli album Brave New World e Dance Of Death fugano i dubbi sullo stato di salute sui re indiscussi del metal mondiale.
Ovviamente, non possiamo dimenticare la chicca del 2002, Rock In Rio, un CD/DVD spettacolare che è secondo solo a Live After Death e comunque una pietra miliare del repertorio degli Iron Maiden e del suo cantante dalla voce poderosa.
La voce, appunto. Attorno alla voce di Bruce ci sono mille storie. Alcune vere, alcune un po’ fantasiose. Dalla volta che a Milano, stufo dei cali di tensione che rovinavano l’esibizione, Bruce chiese di continuare a cantare senza amplificazione e nonostante ci fosse una folla di 2500 persone che lo accompagnavano, la sua voce fosse perfettamente udibile fino alla, ormai leggendaria storia, secondo la quale con un acuto riuscì ad incrinare un lampadario di cristallo.
Indipendentemente dalla fantasia e dalla realtà, quello che rimane è la portata storica del personaggio e il contributo che ancora oggi, con l’uscita di A Matter Of Life And Death, Bruce può dare.
Non rimane che attendere il 2 e il 3 Dicembre e vedere ancora una volta il vecchio Bruce regalare i suoi acuti e sventolare l’Union Jack sulle note di The Trooper.
0 Comments:
Posta un commento
<< Home