Qualche anno fa ci avevano provato a far credere al mondo che il metal fosse morto, o quantomeno in stato di agonia. Le band storiche mostravano la corda, si scioglievano, le radio e i canali di musica facevano finta di niente e piuttosto passavano quel surrogato di metal alla Limp Bizkit, POD, Staind e così via. Ironicamente, in quel periodo, quello che sembrava della svolta perenne, il punto di non ritorno, nascevamo le band che oggi stanno dando nuovo lustro al genere.
Chiariamoci, il metal non va mai fuori moda e non è nemmeno mai di moda, c'è e basta. Può attraversare un periodo fortunato oppure no, ma non muore tanto facilmente.
Di questi tempi si è ritornati prepotentemente a quelle sonorità thrash metal che caratterizzarono gli anni 80 e la conseguente epopea del metal e questo ritorno ha suscitato parecchie chiacchere tra puristi e nuove generazioni di metallari, ma in fondo chissenefrega, basta guardare alla realtà delle cose: abbiamo nuove band e show sempre più affollati.
Questa è la assoluta verità, perchè l'altra sera al Rainbow di Milano c'era veramente un sacco di gente che gremiva il piccolo e afosissimo locale. C'era gente per i Sanctity, per i leggendari Annihilator, ma soprattutto per i Trivium che da queste parti c'erano stati a Dicembre scorso e a Giugno del 2006.
Ma andiamo con ordine e ricostruiamo la serata.
Una volta entrati nel locale ci sediamo ad un tavolo in attesa dei Sanctity, la band chiamata ad aprire le danze e mentre la gente comincia ad affluire il caldo umido comincia già a farsi sentire forte e chiaro.
La band del North Carolina nella sua performance di circa mezz'ora regala un buon thrash/metal di matrice Metallica/Megadeth, con parti melodiche che ricordano in qualche modo i Killswitch Engage, da loro citati come influenza. Il giudizio è assolutamente positivo sulla loro performance, anche se non posso esimermi dal sottolineare la somiglianza vocale e non solo di Jared con James Hetfield. Niente di scandaloso, comunque.
Alla fine dell'esibizione un'uscita dal locale è d'obbligo per prendere una meritata boccata d'aria.
Tocca subito ai canadesi Annihilator, accolti calorosamente dal pubblico milanese, sulla scena dai tardi anni 80 con lo storico album Alice In Hell. Sarà perchè ormai il caldo appiccicoso mi stava stordendo, o sarà perchè stavo già pensando ai Trivium, ma mi tocca dire che la loro esibizione è stata priva di acuti, scolastica. Mai mi sognerei di dire che non sanno suonare, anzi, ma il loro show è caduto un po' nell'anonimato, anche rispetto alla precedente performance, più variegata e intricante. Dopo la seconda esibizione ci serve ancora un'altra ossigenata prima dell'esibizione dei quattro di Orlando. Il tutto inizia verso le 10 meno 10 con l'ormai tipico, lunghissimo, intro.
I primi minuti di live servono a Matt, Corey, Paolo e Travis per scaldarsi, facendomi quasi venire il dubbio che, dopo innumerevoli date in giro per il mondo, avessero quasi voglia di tirare un po' il fiato...sbagliato, ma di grosso!
Nella quasi ora e venti di performance i quattro non si risparmiano mai e una volta risolti i problemi di amplificazione delle due chitarre, tutti possono apprezzare i virtuosismi di Corey e Matt e la precisione ritmica di Travis.
La loro scaletta è perfetta, sfido chiunque ad essere insoddisfatto( rassegnatevi, non le fanno più le cover): Ember to Inferno e Requiem tratte dal primo album, Dying In Your Arms, Pull Harder On The Strings Of Your Martyr, Like Lights To The Flys, A Gunshot To The Head Of Trepidadion e Suffocating Sight tratte da Ascendancy, Ignition, Entrance Of The Conflagration, Detonation, Anthem (We Are The Fire), Unrepentant, To The Rats e Tread To The Floods tratte da The Crusade.
Ripeto, uno show sempre in crescendo e a tratti incredibile ( sul trio To the Rats, Unrepentant e Tread To The Floods sembrava avessero messo su il cd e staccato le chitarre talmente erano perfetti) con la folla in delirio per Anthem e Pull Harder...
Una nota di merito, oltre alle loro doti tecniche (Matt e Corey sono davvero una bella coppia di chitarristi e "solidali" nell'alternarsi alla voce), mi complimento per la loro buona capacità nell'intrattenere il pubblico.
Quando tutto finisce, ben oltre le 11, la temperatura del locale è elevatissima e le nostre magliette da strizzare, ma cazzo, ne è valsa davvero la pena!!
Ora sta a voi giudicare...vedete i Trivium come dei patetici cloni dei Metallica? Fatti vostri. Oppure siete tra quelli che si sono presentati al Rainbow con la maglietta dei Metallica, o degli Slayer o dei Pantera e si sono divertiti alla grande??? Noi apparteniamo più alla seconda categoria.