UNEARTH: IT'S A LONG WAY TO THE TOP...
Le strade fuori l’Hammerstein Ballroom sono coperte di ghiaccio e la temperatura a NY è abbastanza gelata per far ghiacciare le chiappe anche ad un esperto di spedizioni al circolo polare Artico. Una pesante bufera di neve si è abbattuta sulla Grande Mela fermando anche la frenetica attività del JFK.
Ma neanche le condizioni meteo avverse potrebbero fermare i fan degli Slayer, pazientemente in coda fuori dal locale: perché tra i fan degli Slayer e la band nulla si può mettere di traverso.
Dopo ore di attesa al gelo, le porte si aprono e c’è una sola cosa che questi ragazzi vogliono: gli Slayer!!!
L’entusiasmo è percepibile anche attraverso le pareti dei camerini, dove tranquillamente si preparano gli Unearth.
Il quintetto metalcore del Massachusetts è rintanato nei camerini, tra un colpo di vodka e l’altro, per tenere sotto controllo la pressione prima dello show.
"Sai, qualche tempo fa, se aprivi per gli Slayer e non piacevi ai fans eri letteralmente morto!" così sentenzia il leader dei veterani Madball, seduto su un divano vicino.
Questa affermazione non aiuta a placare la tensione che aumenta sempre più, fino all’istante in cui per gli Unearth è il momento di correre sul palco e dare tutto e stendere il pubblico.
Pausa. Riavvolgiamo il nastro e andiamo a quattro ore prima dello show quando la band sta comodamente seduta davanti ai propri laptop e il leader Trevor Phipps ha voglia di scherzare, parlando del tour: " è così che ci si guadagna da vivere, oggi…vai in tour con gli Slayer. Siamo abituati a questo tipo di sfide. Da quando abbiamo iniziato abbiamo dovuto conquistarci ogni singolo fan."
È così che è andata per gli Unearth, capaci di vendere finora, nei soli States, 150 000 copie con l’ultimo III In The Eyes Of Fire, grazie a continui tour.
A dire il vero, Trevor si unì agli Unearth con l’inganno. " Io al tempo stavo in una band che non stava progredendo come volevo e loro non erano soddisfatti del loro cantante e Ken continuava a torturarmi, chiedendomi di unirmi a loro, ma io non volevo. Dunque, lui mi propose un side project e allora accettai. Mi presentai alle prove e c’era tutto il resto della band…ero stato ingannato. Solo che, quando loro iniziarono a suonare, me ne innamorai e allora mollai la mia precedente band."
" A quel tempo, nel 98, la scena metal ci rifiutava…se non suonavi come i Korn eri spacciato."
Ironicamente, è successa la stessa cosa a band come Shadows Fall, Killswitch Engage, Lamb Of God, rifiutate dalla scena metal e accolte da quella hardcore.
" A fine anni 90 si suonava una specie di hard rock che poi, piano piano, è diventato sempre più commerciale, allora i ragazzi hanno cercato nell’underground, ma non c’era una scena metal alla quale riferirsi e allora hanno cercato nell’underground hardcore trovando band come noi, come gli Shadows Fall, come i KSE ossia band che erano quasi "ospiti" della scena. Infatti, molti kids della scena hardcore ci guardavano con sospetto o quanto meno, ad ogni show c’era sempre qualche ragazzo che per il solo fatto che avessimo i capelli lunghi ci gridava: hippy di merda!!!"
"Addirittura, una volta, mentre suonavamo tutti i ragazzi si sono seduti, dunque pensammo che se a loro non dava fastidio, anche noi ci saremmo seduti."
Sicuramente, agli Unearth il coraggio non è mai mancato per arrivare fino a dove sono oggi, ad un passo dal diventare qualcosa di veramente grande.
" Il fallimento c’è sempre stato, ma queste sono le forze contro le quali devi combattere. Devi combattere per arrivare in cima."
E se il tutto è una lotta, allora gli Unearth hanno le carte in regola per lottare e vincere.
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