Still Remains- Parenti serpenti
"Lasciate che dica come prima cosa che non siamo una band cristiana" dice il leader dei Still Remains T.J. Miller, "anche se siamo tutti molto legati alle nostre radici religiose, ci piace cazzeggiare e andare alle feste: sarebbe davvero da ipocriti definirci una band cristiana."
Dal 2002 la band di Grand Rapids, Michigan si è impegnata ad abbattere i confini sonori e ideologici che esistono nel mondo della musica. Con il loro debutto del 2005, Of Love And Lunacy, gli Still Remains hanno aggiunto tastiere alla Children Of Bodom al suono metalcore fatto di growl, breakdown e doppio pedale a volontà. Questa virata sonora ha garantito alla band un ottimo seguito nel Regno Unito anche grazie ai tour di supporto ai Bullet For My Valentine e agli Hawthorne Heights. Quest’anno, con le date del Warped Tour, con il secondo album, con dei cambi di line up, sono pronti a fare la voce grossa anche negli Usa.
Il leader degli Still Remains ci parla di un po’ delle ultime novità e del nuovo album The Serpent.
Per toglierci il pensiero subito, parlaci dei cambiamenti di line up?
Da quando Jordan Whelan ( chitarrista) ed io abbiamo messo in piedi il progetto, abbiamo contribuito in gran parte alla stesura dei brani. Dunque, anche se abbiamo membri nuovi, si capisce ancora che siamo gli Still Remains. Siamo ancora la stessa band che i ragazzi hanno conosciuto, apprezzato e magari amato.
A proposito di amore, a quanto pare avete delle fan molto affezionate.
Ci sono posti che ci portano bene, visto che l’ultima volta che abbiamo suonato in California, c’era una bel po’ di biancheria intima femminile che ci è stata tirata sul palco. C’erano tutte queste mutandine e reggiseni che volavano e non riuscivo a capacitarmene e pensavo che evidentemente, per le californiane, dovevamo sembrare davvero dei fighi.
Cosa vi ha ispirato nella scrittura di The Serpent?
The Serpent dal punto di vista narrativo parla di una serie di eventi sfortunati e ogni canzone ha almeno un paio di significati. Una metà si lega alle mie esperienze personali e l’altra metà a qualcosa di più universale, ma il tutto si riferisce a come il male- il serpente- abbia un impatto su tutti noi.
Credi che questo album sia più esplicito dal punto di vista dei testi rispetto al vostro precedente?
Per certi versi sì, perché cerco di dare una speranza a chi legge i testi. Non ho mai voluto scrivere della mia infanzia, del fatto che sono cresciuto in una brutta situazione e ho dovuto lottare contro la depressione o la solitudine. Poi, ho realizzato che la mia storia poteva essere di aiuto per altre persone per confrontarsi e capire che esistono persone che attraversano situazioni del tutto analoghe.
La tua fede ha influenzato questa decisione?
Anche se sono consapevole delle cose tristi che circondano la mia vita, sono un cristiano che ha fede in Dio e vuole fare la differenza a tutti i costi.
Sei stato cresciuto secondo l’etica cristiana o ti sei avvicinato autonomamente?
Non sono stato minimamente educato fino all’età di 10 anni quando mio padre mi ha preso in custodia e mi sono spostato in Michigan. Prima vivevo con mia madre e, non voglio offenderla, ma vivere in Florida con lei era pessimo. Anche se al tempo non me ne parlavano, però sapevo che Gesù esisteva e mi seguiva sempre.
Come si sono evoluti gli Still Remains dai tempi di Of Love and Lunacy?
Abbiamo trovato abbastanza sicurezza per produrre l’album che realmente volevamo scrivere. Abbiamo canzoni su questo album che sono più dure che in passato e canzoni dove canto tutto il tempo, credo che le persone rispetteranno la nostra evoluzione e come siamo cresciuti e ci siamo evoluti.
Modern Life Is War- Two Minutes To Midnight
Per essere una band formatasi nel mezzo del nulla, a Marshalltown nell’Iowa, essere arrivati al loro livello, oggi come oggi, è un mezzo miracolo. Dopo un promettente EP la band ha sfoderato due album, My Love.My Way del 2003 e Witness del 2005 che hanno contribuito a creare un sound aggressivo, ma melodico al tempo stesso, unito a testi personali e di chiara ispirazione politica. Pur essendo paragonati per certi versi alla furia dei Black Flag o degli American Nightmare, il frontman Jeffrey Eaton, promette che il nuovo album, Midnight In America, lascerà senza fiato più di una persona per le sue scelte stilistiche.
" Abbiamo letteralmente rimescolato le carte e ci sentiamo al massimo delle nostre potenzialità" spiega Eaton durante il tour che sta portando in giro la sua band con gli He Is Legend, "stiamo battendo strade diverse. Penso che in questo momento suoniamo in maniera diversa rispetto al 99% delle altre band in circolazione". Infatti, se Witness, registrato con la supervisione di Kurt Ballou dei Converge e prodotto dalla casa discografica di Jake Bannon sempre dei Converge, era stato celebrato dalla critica come uno dei migliori album hardcore moderni, sicuramente Midnight In America suona meglio. La nuova casa discografica- la Equal Vision-, il nuovo produttore e il maggiore budget a disposizione ha permesso ai MLIW di esplorare maggiori evoluzioni sonore:" sentivamo la necessità di andare oltre e fare qualcosa di meglio. Credo avessimo i mezzi per osare di più e sono assolutamente soddisfatto di questa scelta" spiega Eaton.
In ogni caso, gli amanti dell’oscurità emanata da Witness, possono stare tranquilli: " credo che sarò sempre attratto dalle mie radici e le mie radici sono nella scena punk e hardcore e secondo me hanno una componente molto oscura, come un substrato che c’è e non se ne va, ovunque io mi trovi."
Interviste prese da Revolver
Evergreen Terrace- Wolfbiker
Un sentito bentornato agli Evergreen Terrace, anche se con un po' di colpevole ritardo da parte nostra. Ci tengo a mettere le cose subito in chiaro: sulla miriade di uscite che ogni anno caratterizzano il mercato, alcune belle, altre trascurabili, questa ha un significato...è decisamente utile in termini musicali. Sia ben chiaro, non siamo di fronte al disco che cambierà le sorti del rock o farà epoca, ma ha un suo indiscutibile peso. Anzi, forse, più che l'album in sè è proprio la band che ha un ruolo importante di collegamento e di unione. Sì, perchè Wolfbiker è l'ipotetico perfetto ponte tra il punk/hardcore e il metal, o se volete vedere il bicchiere mezzo vuoto gli Evergreen Terrace sono troppo tecnici per una regolare band hardcore, ma troppo poco virtuosi per una metal band con i controcazzi. La cosa positiva, però, è che i consensi, potenzialmente, potrebbere essere molto vasti.
Parlando del disco, occorre dire che suona molto compatto e omogeneo, ma al contempo saltella tra influenze tutto sommato diverse. Si passa da canzoni come High tide or no tide, Chaney can’t quite riff like Helmet’s Page Hamilton (spettacolare solo il titolo...) o Starter che mostrano una vena simile a quella dei defunti Boy Sets Fire o per certi versi degli Strung Out, mentre brani come Bad Energy Troll, la titletrack Wolfbiker ( davvero spettacolare!!!) o la furiosa Rip This ( sembrano vagamente i Bleeding Through) porta le sonorità su territori metal/hardcore. Menzione pure per la conclusiva The Damned, veramente ben fatta.
Concludendo, il disco scivola via rapido e preciso e regala spunti davvero interessanti. Fate una cosa, procuratevelo e ascoltatelo tutto d'un fiato e vi renderete conto che, parafrasando loro stessi, Evergreen Terrace can't quite rock like As I Lay Dying, but they rock more than enough!!!
VOTO 8