LIVE REPORT: DRAGONFORCE
Dragonforce+Firewind 06/11/06 Alcatraz (Milano)
Finalmente, abbiamo ripreso ad andare per concerti, dopo alcune defezioni imperdonabili ( su tutte gli Slayer) e abbiamo deciso di ricominciare col botto: lunedì sera a Milano per i Dragonforce.
Arriviamo all'Alcatraz un po' tardi e ci gustiamo solo gli ultimi minuti dei greci Firewind, che su disco ci erano sembrati un po' deludenti, mentre dal vivo riescono a rifarsi, a quanto pare, coinvolgendo i pochi presenti all'interno del locale.
Terminata l'esibizione ci aggiriamo per il locale per dare un'occhiata al pubblico: un sacco di magliette dei Rhapsody, Opeth e anche qualche maglietta dei Pantera, per fortuna.
Dopo pochi minuti ci avviciniamo al palco perchè il roadie dei Dragonforce sta iniziando il soundcheck finale e mentre prova il basso ci offre un primo regalino attaccando A Journey To The End Of The East Bay dei Rancid...un tuffo al cuore per ex punk come noi.
Passano pochi istanti e i 6 londinesi, appaiono e lo show può avere inizio.
Avrei dovuto scrivere la parola show con la maiuscola perchè di spettacolo assolutamente splendido si tratta. Sapevamo del talento di questa band che ha, recentemente, infiammato l'Ozzfest, ma la sorpresa è stata comunque tanta.
Precisi come un orologio, potenti come un carroarmato e tecnici come pochi.
Si comincia con il countdown e di sottofondo Reign In Blood ( regalino n° 2) e poi via allo spettacolo!
I chitarristi Herman e Sam, regalano perle di virtuosismi e rapidità (soprattutto il primo), lasciando tutti a bocca aperta per tanta furia e capacità di non sbagliare mai una nota.
Anche il frontman ZD ci mette del suo per coinvolgere il pubblico milanese e per "disciplinare" i suoi folli compagni di band, a cominciare dall'esaurito tastierista che regala un intermezzo a colpi di suoni poco ortodossi con la sua tastierina a tracolla coperta da schizzi di sangue finto, con conclusione con tema dei Simpson (regalino n°3).
Lo show è concepito perfettamente: tre canzoni al colpo ( prevalentemente prese dall'ultimo Inhuman Rampage e anche qualche vecchio classico) e poi intervalli dove la band cazzeggia, coinvolge il pubblico, si insulta a vicenda ( Sam si sarà preso del coglione una decina di volte) e divaga musicalmente, ad esempio con il tema di Profondo Rosso ( e sono 4 i regali!!!).
Il piacere di vederli suonare divinamente, saltare, sparare assoli a raffica e far cantare i presenti dura quasi un'ora e quarantacinque, dove la band, oltre a mostrare il talento mostra una sincera voglia di suonare e un grande divertimento; poi, il momento dei saluti e i ringraziamenti e i giusti applausi.
Morale: tutto veramente bello.
Unica pecca, il poco pubblico. Va bene che era lunedì sera, ma, cazzo, dov'erano i metallari milanesi e dei dintorni??? Speriamo che la stampa italiana, nei prossimi mesi dia il giusto risalto a questi 6 pazzi inglesi, perchè se lo meritano davvero e i Dragonforce sono uno dei nomi su cui puntare forte per il futuro del metal/progressive.
Finalmente, abbiamo ripreso ad andare per concerti, dopo alcune defezioni imperdonabili ( su tutte gli Slayer) e abbiamo deciso di ricominciare col botto: lunedì sera a Milano per i Dragonforce.
Arriviamo all'Alcatraz un po' tardi e ci gustiamo solo gli ultimi minuti dei greci Firewind, che su disco ci erano sembrati un po' deludenti, mentre dal vivo riescono a rifarsi, a quanto pare, coinvolgendo i pochi presenti all'interno del locale.
Terminata l'esibizione ci aggiriamo per il locale per dare un'occhiata al pubblico: un sacco di magliette dei Rhapsody, Opeth e anche qualche maglietta dei Pantera, per fortuna.
Dopo pochi minuti ci avviciniamo al palco perchè il roadie dei Dragonforce sta iniziando il soundcheck finale e mentre prova il basso ci offre un primo regalino attaccando A Journey To The End Of The East Bay dei Rancid...un tuffo al cuore per ex punk come noi.
Passano pochi istanti e i 6 londinesi, appaiono e lo show può avere inizio.
Avrei dovuto scrivere la parola show con la maiuscola perchè di spettacolo assolutamente splendido si tratta. Sapevamo del talento di questa band che ha, recentemente, infiammato l'Ozzfest, ma la sorpresa è stata comunque tanta.
Precisi come un orologio, potenti come un carroarmato e tecnici come pochi.
Si comincia con il countdown e di sottofondo Reign In Blood ( regalino n° 2) e poi via allo spettacolo!
I chitarristi Herman e Sam, regalano perle di virtuosismi e rapidità (soprattutto il primo), lasciando tutti a bocca aperta per tanta furia e capacità di non sbagliare mai una nota.
Anche il frontman ZD ci mette del suo per coinvolgere il pubblico milanese e per "disciplinare" i suoi folli compagni di band, a cominciare dall'esaurito tastierista che regala un intermezzo a colpi di suoni poco ortodossi con la sua tastierina a tracolla coperta da schizzi di sangue finto, con conclusione con tema dei Simpson (regalino n°3).
Lo show è concepito perfettamente: tre canzoni al colpo ( prevalentemente prese dall'ultimo Inhuman Rampage e anche qualche vecchio classico) e poi intervalli dove la band cazzeggia, coinvolge il pubblico, si insulta a vicenda ( Sam si sarà preso del coglione una decina di volte) e divaga musicalmente, ad esempio con il tema di Profondo Rosso ( e sono 4 i regali!!!).
Il piacere di vederli suonare divinamente, saltare, sparare assoli a raffica e far cantare i presenti dura quasi un'ora e quarantacinque, dove la band, oltre a mostrare il talento mostra una sincera voglia di suonare e un grande divertimento; poi, il momento dei saluti e i ringraziamenti e i giusti applausi.
Morale: tutto veramente bello.
Unica pecca, il poco pubblico. Va bene che era lunedì sera, ma, cazzo, dov'erano i metallari milanesi e dei dintorni??? Speriamo che la stampa italiana, nei prossimi mesi dia il giusto risalto a questi 6 pazzi inglesi, perchè se lo meritano davvero e i Dragonforce sono uno dei nomi su cui puntare forte per il futuro del metal/progressive.
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