giovedì, marzo 29, 2007

RECENSIONI








Visto che tra questo blog e il nostro Myspace li abbiamo citati spesso, ci sembrava appropriato fare la recensione degli ultimi lavori degli I Killed The Prom Queen e degli As We Fight.

I KILLED THE PROM QUEEN- Music for the recently deceased

Che in Australia in materia di rock non fossero proprio gli ultimi arrivati, questo ci era noto, ma che la scena metal/hardcore fosse così in salute non lo potevamo immaginare. E allora è con vero piacere che, dopo averne parlato per le loro doti live, vi presentiamo gli IKTPQ!
Definiti come " i nuovi Bring Me The Horizon australiani" ( davvero strana questa definizione, visto che gli IKTPQ hanno qualche annetto e soprattutto qualche show in più alle spalle rispetto ai pur promettenti Bring Me The Horizon) questi cinque musicisti hanno davvero talento e in questo album si sente tutto. Abili nel non cadere nei clichè del metalcore, perchè si permettono divagazioni, mai fuori luogo, in stile death metal e volte pure un po' pop. Infatti i ritornelli di The Deepest Sleep e Say Goodbye lasciano trasparire una vena più melodica, scarsamente presente invece in episodi come Sharks in Your Mouth.
Il consiglio che vi diamo è quello di ascoltare l'album e di non fidarvi delle apparizioni dal vivo qui in Italia, perchè vi potrebbero trarre in inganno....l'altro motivo è dato dal fatto che se non li ascoltate rimaniamo in quattro gatti ad essere loro fan in Italia!!!
Morale: se mi date retta, vi sto dando la possibilità di ascoltarvi una band come si deve e che sa coniugare la furia cieca del metalcore più estremo con passaggi più soft e curati.
p.s. il loro precedente cantante, giusto per la cronaca, è entrato nella line up dei Bury Your Dead.
voto 8+


AS WE FIGHT- Midnight Tornado

Che sia arrivato il momento di ricordarci della Danimarca non solo per la Sirenetta, la birra Carlsberg e Stig Toefting ( avete presente il nerboruto e incazzatissimo esterno della squadra danese di calcio???), ma anche per gli As We Fight? Forse sì! ( Anche se al momento godono di maggior fama i loro conterranei Mnemic essendo la spalla degli show dei Deftones).
In ogni caso, tanto di cappello ad una band che non fa che confermare la propria classe. Occorre precisare che anche il precedente Black Nails and Bloody Wrists aveva assolutamente ben impressionato, ma questa volta c'è davvero la marcia in più.
Forse meno incazzato come album e più alla ricerca di aperture sonore meno direttamente riconducibili al thrash/metalcore, questo lavoro va ascoltato in tutta la sua complessità perchè offre spunti molto interessanti per ogni amante del rock a cominciare dal singolo, Where Eagles Turn.
Mi sembra quasi superfluo dirvi che la tecnica mostrata da questi scandinavi è di ottimo livello e pure la produzione e il mixaggio sono ben fatti.
E se qualora voleste metterli alla prova siete invitati a farlo il 22 e il 23 Aprile rispettivamente a Milano e a Cuneo( questa location mi suona nuova!) per le due date italiane del tour europeo.
E se comunque non vi fidaste del mio giudizio provate a vedere un po' i voti che le più prestigiose riviste metal/rock hanno dato a quest'album...
voto 8+

lunedì, marzo 26, 2007


3 INCHES OF BLOOD


La band canadese si è rimessa in moto e si appresta a pubblicare un nuovo, attesissimo, lavoro…il presente, però, è fatto dal tour inglese.

Siete impegnati in parecchi show in Inghilterra…
Shane Clark: "Assolutamente. L’Inghilterra è un posto splendido per suonare. Il seguito di pubblico è enorme e le band a supporto sono sempre parecchie da quelle parti. Pure la birra è migliore lì. In pratica, tutti noi siamo grandi bevitori di birra, dunque per noi è uno spasso in UK."

Dopo chi non ti piacerebbe suonare?
" Ho sentito storie terribili riguardo a band che hanno suonato dopo gli Slayer e non oso immaginare cosa voglia dire suonare dopo gli Iron Maiden. In questo caso si tratta di re indiscussi, specialmente in Inghilterra e in Europa."

Ti piacerebbe se i fan agli show portassero più spade di plastica?
" È splendido perché i fan sono veramente esaltati dai testi e dal loro lato fantasy. In ogni caso, che ci siano più spade o meno spade, fa lo stesso. I ragazzi quando vengono ai nostri show possono fare quello che vogliono, basta che si sentano a loro agio."

Se aveste più soldi li spendereste per coreografie, tipo draghi gonfiabili o cose simili?
" In fondo, è qualcosa che ha già fatto Dio e peraltro lo ha fatto molto bene. Sarebbe meglio un grosso gioco di luci. Credo però anche con i soldi lasceremmo lo spettacolo con una coreografia ridotta al minimo. Siamo e rimarremo un gruppo di sfigati con pochi soldi."

Cosa ne pensi di una pioggia di sangue in stile Slayer?
" Sarebbe splendido, ma è comunque un’idea già sfruttata. A dire il vero, sarei preoccupato a non prendermi una scarica elettrica a colpa di tutto quel sangue…"

POISON THE WELL


Forse, per la band della Florida, i tempi cupi sono alle spalle. In ogni caso, è arrivato il momento di parlare di un nuovo album: "Versions"


Il sopracitato album arriva dopo la separazione dalla Atlantic Records e dal chitarrista Jason Boyer e dal bassista Ben Brown. " Abbiamo firmato per la Ferret" ha dichiarato il leader Jeff Moreira, " è cambiato il modo in cui funziona questa band e non vogliamo più commettere gli stessi errori."
Inizialmente, un anno fa, la band si era chiusa in studio per registrare, ma non era affatto soddisfatta del risultato ottenuto e allora ha pensato di dedicare ulteriore tempo alle registrazioni, questa volta in Svezia.
" Abbiamo tenuto davvero poche cose di quelle registrate in passato" ammette il leader, " poi, ci siamo ritrovati io e Chris, il batterista, e il tutto è diventato molto creativo e ci siamo solo fidati del nostro giudizio. Alla fine è venuto tutto molto bene e non vediamo l’ora di far sentire il tutto ai nostri fan."
La band in tour sarà accompagnata da due turnisti presi dai Candiria e dai Since By Man. A proposito di tour, la band è giunta in Europa in questi giorni. " Sono molto contento di essere tornato a suonare in giro, di essere tornato a fare la mia vita normale…ossia quella nella quale siamo in un van e suoniamo ogni giorno in un posto diverso."
L’album Versions uscirà il 2 Aprile per Ferret.

STILL REMAINS


Il combo del Michigan ha piani ambiziosi per il futuro. Un futuro sempre targato Roadrunner records.
TJ Miller ha dichiarato che il prossimo album della sua band sarà molto più dark e articolato. Il gruppo è approdato a Los Angeles per registrare il seguito dell’album del 2005, Of Love And Lunacy.
" I testi sono più dark e diretti che nel passato e sono frutto delle mie esperienze vissute con gli amici e con la mia famiglia."
Nel frattempo la band ha sostituito il tastierista e il bassista, uscito per dedicarsi a tempo pieno alla famiglia.
" Sono molto soddisfatto del lavoro fatto. Le canzoni sono un po’ thrash e un po’ quasi acustiche. Ma soprattutto mi piace il fatto che siano molto più dirette e veloci."

giovedì, marzo 22, 2007

UNEARTH: IT'S A LONG WAY TO THE TOP...



Le strade fuori l’Hammerstein Ballroom sono coperte di ghiaccio e la temperatura a NY è abbastanza gelata per far ghiacciare le chiappe anche ad un esperto di spedizioni al circolo polare Artico. Una pesante bufera di neve si è abbattuta sulla Grande Mela fermando anche la frenetica attività del JFK.
Ma neanche le condizioni meteo avverse potrebbero fermare i fan degli Slayer, pazientemente in coda fuori dal locale: perché tra i fan degli Slayer e la band nulla si può mettere di traverso.
Dopo ore di attesa al gelo, le porte si aprono e c’è una sola cosa che questi ragazzi vogliono: gli Slayer!!!
L’entusiasmo è percepibile anche attraverso le pareti dei camerini, dove tranquillamente si preparano gli Unearth.
Il quintetto metalcore del Massachusetts è rintanato nei camerini, tra un colpo di vodka e l’altro, per tenere sotto controllo la pressione prima dello show.
"Sai, qualche tempo fa, se aprivi per gli Slayer e non piacevi ai fans eri letteralmente morto!" così sentenzia il leader dei veterani Madball, seduto su un divano vicino.
Questa affermazione non aiuta a placare la tensione che aumenta sempre più, fino all’istante in cui per gli Unearth è il momento di correre sul palco e dare tutto e stendere il pubblico.
Pausa. Riavvolgiamo il nastro e andiamo a quattro ore prima dello show quando la band sta comodamente seduta davanti ai propri laptop e il leader Trevor Phipps ha voglia di scherzare, parlando del tour: " è così che ci si guadagna da vivere, oggi…vai in tour con gli Slayer. Siamo abituati a questo tipo di sfide. Da quando abbiamo iniziato abbiamo dovuto conquistarci ogni singolo fan."
È così che è andata per gli Unearth, capaci di vendere finora, nei soli States, 150 000 copie con l’ultimo III In The Eyes Of Fire, grazie a continui tour.
A dire il vero, Trevor si unì agli Unearth con l’inganno. " Io al tempo stavo in una band che non stava progredendo come volevo e loro non erano soddisfatti del loro cantante e Ken continuava a torturarmi, chiedendomi di unirmi a loro, ma io non volevo. Dunque, lui mi propose un side project e allora accettai. Mi presentai alle prove e c’era tutto il resto della band…ero stato ingannato. Solo che, quando loro iniziarono a suonare, me ne innamorai e allora mollai la mia precedente band."
" A quel tempo, nel 98, la scena metal ci rifiutava…se non suonavi come i Korn eri spacciato."
Ironicamente, è successa la stessa cosa a band come Shadows Fall, Killswitch Engage, Lamb Of God, rifiutate dalla scena metal e accolte da quella hardcore.
" A fine anni 90 si suonava una specie di hard rock che poi, piano piano, è diventato sempre più commerciale, allora i ragazzi hanno cercato nell’underground, ma non c’era una scena metal alla quale riferirsi e allora hanno cercato nell’underground hardcore trovando band come noi, come gli Shadows Fall, come i KSE ossia band che erano quasi "ospiti" della scena. Infatti, molti kids della scena hardcore ci guardavano con sospetto o quanto meno, ad ogni show c’era sempre qualche ragazzo che per il solo fatto che avessimo i capelli lunghi ci gridava: hippy di merda!!!"
"Addirittura, una volta, mentre suonavamo tutti i ragazzi si sono seduti, dunque pensammo che se a loro non dava fastidio, anche noi ci saremmo seduti."
Sicuramente, agli Unearth il coraggio non è mai mancato per arrivare fino a dove sono oggi, ad un passo dal diventare qualcosa di veramente grande.
" Il fallimento c’è sempre stato, ma queste sono le forze contro le quali devi combattere. Devi combattere per arrivare in cima."
E se il tutto è una lotta, allora gli Unearth hanno le carte in regola per lottare e vincere.

lunedì, marzo 19, 2007

BLEEDING THROUGH LIVE!!!







Il sospetto ci era venuto ormai qualche mese fa e più i mesi passano e più ci rendiamo conto che, quello che era un semplice sospetto, è una splendida verità: il 2007, musicalmente parlando, è qualcosa di indescrivibile.
È qualche anno che seguiamo i Bleeding Through e, fino a qualche mese fa, pensavamo che la speranza di vederli sui palchi italiani sarebbe rimasta tale e invece siamo rimasti sorpresi nel vedere che la band di O.C. ci ha regalato ben 3 date nel nostro paese. Insomma, finalmente il pubblico italiano ha potuto conoscere a fondo una delle migliori band metal in circolazione al momento.
Morale, alle 4:30 del pomeriggio di venerdì 9 Marzo non stiamo più nella pelle e iniziamo a muoverci per andare a Milano in direzione Transilvania Live.
Sono anni che attendiamo e dunque è legittimo goderci ogni singolo momento di questa serata.
Di quello che è successo prima e dopo lo show vi racconterò più avanti, ora mi concentro sullo show.
Dopo la solita, inspiegabile coda (peraltro non siamo poi tantissimi…peccato, non sapete cosa vi siete persi), entriamo e nel giro di breve tempo tocca agli australiani I Killed The Prom Queen salire sul palco.
Ormai comincio ad essere stufo di dover fare ampli preamboli per la prima band della serata, ma purtroppo mi tocca anche stavolta farne una valanga.
Premesso che i suoni erano impastatissimi, che il microfono usato dal chitarrista per le parti melodiche era pressochè inesistente, che qualche errore tecnico c’è stato, che il cantante era una quasi totale new entry e che il tempo a loro concesso è stato ridottissimo: a me sono piaciuti comunque.
Il nuovo lavoro, Music For The Recently Deceased, ha mostrato tutto il loro talento e se riusciranno a fare di questo album il loro punto di partenza, con buona probabilità, tra qualche anno avremo una band che si toglierà delle grosse soddisfazioni.
A proposito, conviene tenere sotto controllo la scena australiana, perché tra loro e i Parkway Drive ci sono dei talenti in giro per la terra dei canguri da non trascurare.
Breve pausa, giretto per il locale e pronti per gli All Shall Perish.
La band di Oakland è più rodata rispetto ai loro predecessori e si vede subito. Il biglietto da visita di questi cinque musicisti è fatto da un metal/hardcore dannatamente mosh e da una performance carica di energia.
Eddie, il cantante, salta e corre da una parte all’altra del palco, sostenuto da due chitarristi all’altezza.
Piccola nota e motivo di sorpresa: gli All Shall Perish sono forse una delle poche band metalcore con una propria posizione politica antiestablishment.
Finalmente giunge l’ora dei Bleeding Through…ve lo anticipo, sarò faziosissimo nel giudizio su di loro.
C’è poco da fare, adoro i Bleeding Through. Sarà perché uniscono quella sana immagine dark con l’immaginario splatter/gore e sonorità taglienti, a volte devastanti.
I Bleeding Through sono come un killer che squarta la sua vittima con eleganza, sono un carroarmato e un fioretto al tempo stesso, sono la furia di Brandan e lo stile di Marta.
Poche storie, quando ci sono loro sul palco è spettacolo. Brandan, in splendida forma, urla, salta e ogni cinque secondi si getta tra il pubblico per farlo cantare. Il resto della band non sbaglia un colpo regalando un live set intensissimo e poi, Marta è una calamita formidabile, non puoi non notarla.
Lo show pesca a piene mani dall’ultimo, splendido, The Truth, senza trascurare perle come Love Lost In A Hale Of Gunfire, On Wings Of Lead, Revenge I Seek e la ormai classica Rise.
Quando tutto finisce, ci guardiamo in faccia contenti e consapevoli che la fama dei Bleeding Through è assolutamente meritata.
Ci meritiamo, evidentemente, un sorso d’acqua e un attimo di relax prima dell’ultima performance.
I Caliban sono il nome più altisonante della scena metalcore europea e posso dire che il loro mestiere lo sanno fare bene. Forse sono la band che regala sonorità più soft della serata e la nuova traccia proposta, tratta dall’album in uscita in primavera su Roadrunner, conferma questa scia sonora. A volte sembrano i Killswitch Engage europei.
Assolutamente corposo il seguito di pubblico che la band teutonica si è saputa conquistare, forse anche grazie alla buona capacità di stare sul palco.
In conclusione, veramente un ottimo mini festival, ma di questi tempi non è poi una sorpresa clamorosa perché la scena metalcore sta bene, eccome…alla faccia di quelli che snobbano questo genere perché troppo impegnati a criticare.



HOME OF METALCORE MEETS BLEEDING THROUGH

Quando è serata e le cose girano per il verso giusto lo si capisce al volo. Caso fortuito ha voluto che dal primo istante in cui ci siamo avvicinati al Transilvania le cose si siano messe subito benissimo: infatti incontriamo Marta Peterson, la tastierista dei BT.
La curiosità di conoscerla e sapere qualcosa sul futuro della band è troppo forte e lei, molto gentilmente, si presta a rispondere alle mie domande. Rimango assolutamente sorpreso nel vedere che le sue risposte non sono affatto telegrafiche e svagate, ma piuttosto molto puntuali. Così nei minuti che seguono parliamo un po’ del tour che li ha visti come headliner in Inghilterra, dove hanno riscosso enorme successo e dove hanno un pubblico folto e scatenato. Parliamo del nuovo video, Line In The Sand, da lei definito molto più malinconico e romantico rispetto ai precedenti due, decisamente più duri e quasi sanguinari.
Parliamo dei progetti futuri per la band, ossia di entrare in studio dopo l’estate e vedere di fare qualche data in qualche festival estivo. Sorprendentemente mostra molta simpatia per il pubblico italiano e non nasconde la difficoltà di comunicazione con quello francese.
Poi, sfortunatamente per voi, fortunatamente per me, abbiamo iniziato a parlare di tutt’altro, soprattutto di alcuni personaggi della scena musicale che da sempre sono i miei idoli e che poco c’entrano con il metalcore.
Morale, assolutamente gentilissima e disponibile.
A fine serata non ci rimane che scambiare qualche battuta con Brandan Schieppati, anche lui molto disponibile.
Ci conferma tutti i progetti futuri sulla band, in particolare di prevedere l’entrata in studio tra settembre e ottobre.
Inoltre ci svela che avrebbe voluto fare addirittura 5 date in Italia volendo toccare anche Roma, sapendo dell’esistenza di una grande scena hardcore nella capitale, e Torino.
Ovviamente non potevo esimermi dal chiedergli qualcosa su Orange County e la sua scena musicale: mi spiega del perché, sia nata una scena punk/metal/hardcore storica molto forte, come naturale reazione alla circostante società molto conservatrice e ottusa. Inoltre, racconta della solidarietà tra band della zona ( A7X, Atreyu, Eighteen Visions, Throwdown), unite da un solo pubblico molto orgoglioso e sempre pronto a collaborare in tutti i modi, dal volantinaggio alle fanzine alle richieste alle radio e ai canali tv musicali, per far crescere questa scena, fatta da show con non meno di 300 persone e a volte anche migliaia di ragazzi.
In conclusione parliamo pure del suo side project (i Die Die My Darling, gruppo di cover dei Misfits), della sua passione per la band del NJ e della sua evidente discendenza italiana.
Che dire? Ottima band e persone splendide…avercene di persone così!
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